Come reagire all’abisso dell’indifferenza?

Traccia di preghiera sul Vangelo della XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

Sei consapevole di quanto profondo possa essere l’abisso dell’indifferenza? Ti stai chiedendo in che modo sia possibile porvi rimedio?

Indicazioni metodologiche
  • È una traccia di preghiera sulle letture della domenica, in particolare sul Vangelo, ispirata alla tradizione degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola.
  • Presuppone la lettura del Vangelo corrispondente: se omessa, la traccia che segue è priva di senso e si trasformerà in una presa in giro di se stessi.
  • È predisposta in maniera tale da cercare di favorire il tuo coinvolgimento, il tuo apporto, il tuo contributo.
  • Per la durata di questa preghiera, propongo i seguenti criteri:
    • criterio del gusto interiore: farla durare sin quando ci dà gusto, ci coinvolge, ci intriga.
    • criterio quantitativo minimo: non meno di 10 minuti.
    • criterio quantitativo massimo: non più di 60 minuti.
  • Non devi approfondire ogni spunto e domanda della traccia. La raffica di spunti e domande è per aiutarti a trovare il tuo filo conduttore. Soffermati dove ti senti toccato, dove senti coinvolgimento, dove avverti un richiamo. La tua preghiera passa in maniera decisiva dall’attenzione a questi movimenti interiori. Passa ad un altro punto della traccia solo quando hai ben gustato il precedente.
  • Puoi impiegare la traccia con diverse modalità, prestando attenzione al tuo bisogno
    interiore: una sola volta, per più giorni, per una settimana intera.
  • Puoi adoperarla anche insieme ad altri: in tal modo, dopo la fase personale, è poi possibile condividerne i frutti. Alcuni stanno sperimentando la traccia in gruppi.
  • Alla fine della preghiera, prendi qualche appunto scritto (su carta, in un file, ecc.) sull’esperienza spirituale vissuta.
  • Pregando sulla traccia, ti faranno compagnia tante sensazioni in ordine sparso, tipo “Non ci capisco niente!”, “Quante domande…”, “Io sono in cerca di risposte chiare e complete e qui trovo solo domande e tante…”, “La struttura della preghiera è strana”, “Alcuni passaggi risultano macchinosi…”, “Mi restano alcune immagini e non capisco perché”, “Sono affiorati diversi ricordi, belli e meno belli: che senso ha?”
  • Non solo: ti potrà capitare di ritornare in maniera spontanea sulla traccia mentre sei impegnato nelle tue corse o di essere raggiunto ancora da essa.
Sai come si chiama tutto questo?
Preghiera.
La tua.
Sì, starai pregando.
Continua.
Testo del Vangelo…
Dal Vangelo secondo Luca (16,19-31)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: "Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma".
Ma Abramo rispose: "Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi".
E quello replicò: "Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento". Ma Abramo rispose: "Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro". E lui replicò: "No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno". Abramo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti"».

*Foto designed by Canva AI


Preghiera preliminare

Chiedere a Dio nostro Signore la grazia che per la durata della preghiera tutte le mie intenzioni, il mio agire e la mia dimensione interiore non si disperdano in mille distrazioni, ma siano dedicate solo all’incontro con Lui: è possibile ed è bello.

Primo passaggio introduttivo

Consiste nel comporre il tema della preghiera. Qui sarà l’indifferenza.

Secondo passaggio introduttivo

Consiste nel domandare al Signore quello che voglio e desidero. Qui, in particolare, gli chiedo di esplorare l’abisso che può raggiungere l’indifferenza e la possibilità di rimediarvi.

Primo punto

Contemplo la scena descritta da Gesù. Da una parte, un uomo ricco, senza nome, definito solo da ciò che possiede e consuma: porpora, lino, banchetti quotidiani. Il suo mondo è pieno, saturo di cose. Dall’altra parte, un povero, Lazzaro, che ha un nome. La sua identità non è nelle cose che non ha, ma nella sua persona. Giace alla porta, sogna le briciole, è circondato da cani.

Mi soffermo sulla porta. Quella porta non è solo un elemento architettonico. È il simbolo di una separazione, di un confine. È il punto esatto in cui due mondi si toccano, ma non si incontrano. Il peccato del ricco non è la sua ricchezza. E non è un peccato di azione: non fa del male a Lazzaro, non lo caccia. Il suo peccato è infinitamente più sottile e terribile: non lo vede. Il suo sguardo, sazio delle sue cose, scivola su Lazzaro, senza registrarne l’esistenza.

Questa indifferenza è il primo “grande abisso“. Un abisso scavato non dall’odio, ma dal non-sguardo, dalla pienezza di un “io” che non lascia spazio all’altro.

Qual è la “porta” della mia casa, del mio ufficio, del mio cuore? Chi o cosa lascio deliberatamente fuori?
Chi è il “Lazzaro” (una persona, una situazione, una verità scomoda) che giace, oggi, alla mia porta e che faccio finta di non vedere?

Da cosa è così “pieno” il mio mondo interiore (preoccupazioni, progetti, distrazioni, dipendenze, disordini) da non avere più spazio per accorgermi di chi mi sta accanto?

Secondo punto

Contemplo il rovesciamento dopo la morte. Lazzaro è “accanto ad Abramo“, un’immagine di intimità e consolazione. Il ricco è nei tormenti. E, per la prima volta, alza gli occhi e vede Lazzaro. Ma è troppo tardi.

Ascolto le parole terribili di Abramo: “Figlio, ricordati…“. L’aldilà è presentato come il luogo della memoria lucidissima, dove le nostre scelte e le nostre omissioni appaiono in tutta la loro verità. E poi la frase finale: “fra noi e voi è stato fissato un grande abisso“.

Comprendo che questo abisso non è una vendetta di Dio. È lo stesso abisso di indifferenza che il ricco ha scavato sulla terra, ora reso eterno e invalicabile. È la conseguenza naturale di una vita vissuta nella disconnessione. Chi ha scelto di non costruire ponti sulla terra, non può pretendere di trovarli nel cielo. L’inferno, in questa parabola, non è tanto un luogo di fuoco, quanto uno stato di isolamento definitivo, la tragica realizzazione di una vita vissuta solo per sé.

Di fronte alla possibilità di ‘ricordare‘, un giorno, le mie scelte, quale reazione è più immediata, nel mio cuore? Quella della paura di un giudizio che mi condanna, per le mie omissioni, oppure quella di una serena assunzione di responsabilità, per le conseguenze del mio amore?

Gesù mostra come l’indifferenza scavi degli abissi. Guardando onestamente la mia vita, ci sono delle persone o delle situazioni da cui mi sto gradualmente allontanando, creando una distanza che potrebbe diventare un abisso? Quali sono?

Quale piccolo “ponte” – una telefonata, un gesto di perdono, un atto di attenzione – sono chiamato a costruire, oggi, per non rendere un abisso invalicabile, domani?

Terzo punto

Mi soffermo sul tentativo del ricco di ottenere un miracolo, per mettere in guardia i suoi cinque fratelli, affinché non sprofondino anche loro nello stesso abisso di individualismo. Anche nel tormento, non ha capito. Cerca, ancora, il segno spettacolare.

La risposta di Abramo, “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro“, mi svela il luogo del vero miracolo. La svolta, la speranza non è un evento straordinario che rompe la storia, ma una Parola che la abita. La salvezza dalla mia cecità, la possibilità di colmare i miei abissi, il restituirmi alla vita, mi sono offerte, ogni giorno, nell’ascolto umile di questa Parola.

Questo ascolto, infatti, non è un semplice esercizio spirituale. È l’incontro con una Persona. È la Buona Notizia che prende forma. È in questa Parola, infatti, che posso scoprire il Figlio, colui che ha definitivamente colmato l’abisso, facendosi ponte tra il cielo e la mia terra.

In questa Parola posso ascoltare la voce del Risorto, che mi assicura che la morte, il fallimento e il mio peccato non hanno l’ultima parola.

È in questa Parola, infine, che, proprio mentre riconosco in me la povertà di Lazzaro, posso incontrare lo sguardo d’amore del Padre che, proprio in virtù di queste mie fragilità, mi chiama “figlio” e mi invita “accanto ad Abramo“, cioè alla sua festa.

L’ultima, terribile frase della parabola – “non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti” – diventa così un invito pressante: solo un cuore allenato all’ascolto quotidiano può riconoscere la presenza del Risorto che, oggi, vuole guarire le mie ferite.

Nel mio cammino di fede, dove cerco Dio più spesso? Negli eventi straordinari e nelle forti emozioni oppure nella costanza, umile, dell’ascolto della Sua Parola, nel quotidiano?

Quando leggo la Scrittura, il mio atteggiamento è quello di chi studia un testo antico o di chi si mette in ascolto di una Persona viva, aspettandosi di essere sorpreso e trasformato?

Credo davvero che, proprio in questo ascolto ordinario, io possa incontrare, oggi, il Cristo Risorto, che colma i miei abissi, guarisce le mie ferite e mi rivela l’amore incondizionato del Padre?

Colloquio

Conversiamo da amico ad amico con il Signore. In particolare, Lo ringrazio perché mi fa capire la follia dell’indifferenza e su questo abisso mi aiuta a costruire ponti di vita. Concludo con un’Ave Maria.

Cliccando sull’icona è possibile scaricare la traccia di preghiera in formato pdf.
(Istruzioni per la stampa)

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