Una voce fuori dal coro

Traccia di preghiera – Natale del Signore

Ci siamo! È Natale! Tra i canti che risuonano, c’è una voce fuori dal coro che ci domanda dove palpitano più vita e speranza: nei riti del nostro Natale oppure in un bambino che giace in una mangiatoia?

Indicazioni metodologiche
  • È una traccia di preghiera sulle letture della domenica, in particolare sul Vangelo, ispirata alla tradizione degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola.
  • Presuppone la lettura del Vangelo corrispondente: se omessa, la traccia che segue è priva di senso e si trasformerà in una presa in giro di se stessi.
  • È predisposta in maniera tale da cercare di favorire il tuo coinvolgimento, il tuo apporto, il tuo contributo.
  • Per la durata di questa preghiera, propongo i seguenti criteri:
    • criterio del gusto interiore: farla durare sin quando ci dà gusto, ci coinvolge, ci intriga.
    • criterio quantitativo minimo: non meno di 10 minuti.
    • criterio quantitativo massimo: non più di 60 minuti.
  • Non devi approfondire ogni spunto e domanda della traccia. La raffica di spunti e domande è per aiutarti a trovare il tuo filo conduttore. Soffermati dove ti senti toccato, dove senti coinvolgimento, dove avverti un richiamo. La tua preghiera passa in maniera decisiva dall’attenzione a questi movimenti interiori. Passa ad un altro punto della traccia solo quando hai ben gustato il precedente.
  • Puoi impiegare la traccia con diverse modalità, prestando attenzione al tuo bisogno
    interiore: una sola volta, per più giorni, per una settimana intera.
  • Puoi adoperarla anche insieme ad altri: in tal modo, dopo la fase personale, è poi possibile condividerne i frutti. Alcuni stanno sperimentando la traccia in gruppi.
  • Alla fine della preghiera, prendi qualche appunto scritto (su carta, in un file, ecc.) sull’esperienza spirituale vissuta.
  • Pregando sulla traccia, ti faranno compagnia tante sensazioni in ordine sparso, tipo “Non ci capisco niente!”, “Quante domande…”, “Io sono in cerca di risposte chiare e complete e qui trovo solo domande e tante…”, “La struttura della preghiera è strana”, “Alcuni passaggi risultano macchinosi…”, “Mi restano alcune immagini e non capisco perché”, “Sono affiorati diversi ricordi, belli e meno belli: che senso ha?”
  • Non solo: ti potrà capitare di ritornare in maniera spontanea sulla traccia mentre sei impegnato nelle tue corse o di essere raggiunto ancora da essa.
Sai come si chiama tutto questo?
Preghiera.
La tua.
Sì, starai pregando.
Continua.
Testo del Vangelo…
Dal Vangelo secondo Luca (2,1-14)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.

C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».


Preghiera preliminare

Chiedere a Dio nostro Signore la grazia che per la durata della preghiera tutte le mie intenzioni, il mio agire e la mia dimensione interiore non si disperdano in mille distrazioni, ma siano dedicate solo all’incontro con Lui: è possibile ed è bello.

Primo passaggio introduttivo

Consiste nel comporre il tema della preghiera. Qui sarà un coro.

Secondo passaggio introduttivo

Consiste nel domandare al Signore quello che voglio e desidero. Qui, in particolare, gli chiedo di approfondire la dinamica che può verificarsi quando una voce si pone fuori dal coro.

Primo punto

Le festività natalizie sono iniziate ufficialmente. La lunga rincorsa organizzativa ha trovato lo sbocco atteso. Quello che ora ci viene chiesto è vivere e gustare questi giorni.


Al tempo stesso, le letture della liturgia continuano a porsi come una voce fuori da questo coro collettivo, da questo rito di massa. E continuano ad insistere sul fatto che l’appuntamento decisivo sarebbe un altro e questa volta ce lo indicano: è un bambino appena nato e deposto in una mangiatoia. Accanto a lui c’è la sua giovanissima mamma, di nome Maria. E c’è il papà, di nome Giuseppe. Tutto è accaduto lungo il tragitto da Nazaret a Betlemme, dove stavano andando per questioni burocratiche. Si trovano in aperta campagna.

Quali sono le prime sensazioni che ci sta suscitando questo quadro?

Secondo punto

Questa scena ha conosciuto una diffusione nel mondo intero attraverso l’arte, la musica, i racconti, i presepi e trova espressione nelle nostre festività natalizie

Al tempo stesso, questa scena dice molto di più e fa trapelare verità che rischiamo di non voler vedere: ci accorgiamo, infatti, che quei genitori con il bambino si trovano in quel luogo improvvisato perché, pur essendoci alloggi disponibili, non sono stati accettati. Sono soli. A Maria era stato detto che quel bambino è il “Figlio dell’Altissimo”: ma dove sono le autorità? I rabbini? Il capo sinagoga? E le autorità religiose? È mai possibile che si presentino solo dei rozzi pastori di pecore?

Terzo punto

Ecco l’appuntamento decisivo che le letture, e in particolare i Vangeli, delle domeniche del Tempo di Avvento hanno cercato in tutti i modi di raccomandarci.

La contemplazione di questo appuntamento decisivo, ora finalmente realizzato, come ci risuona? Cosa suscita in noi quel bambino che le letture della liturgia si ostinano a proporci per il nostro bene da più di 2000 anni? Come interagisce con il programma delle nostre festività natalizie?

Queste nostre festività celebrano quel bambino e la luce che ha portato o se ne sono discostate radicalmente e lo hanno sostituito con tante altre luci allettanti? Dove palpitano più vita e speranza? Nei cenoni, negli auguri, nei regali, nei presepi, nei riti del nostro Natale o in quel bimbo avvolto in fasce descritto dal Vangelo?

Colloquio

Conversare amichevolmente con il Signore. In particolare, lo ringrazio perché una voce fuori dal coro, in questo caso quella delle letture della liturgia che ci hanno accompagnato in questo tempo di Avvento e ora ci introducono al Natale, può regalare un servizio prezioso alle nostre coscienze, illuminarle e aiutarle a sperimentare e riconoscere la vita e la speranza oggi.

Concludo con un’Ave Maria.

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