Mai da soli

Traccia di preghiera sul Vangelo della XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

In che modo sperimenti che la dimensione della fede non è da vivere da soli? Ti lasci coinvolgere dal dinamismo del camminare insieme?

Indicazioni metodologiche
  • È una traccia di preghiera sulle letture della domenica, in particolare sul Vangelo, ispirata alla tradizione degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola.
  • Presuppone la lettura del Vangelo corrispondente: se omessa, la traccia che segue è priva di senso e si trasformerà in una presa in giro di se stessi.
  • È predisposta in maniera tale da cercare di favorire il tuo coinvolgimento, il tuo apporto, il tuo contributo.
  • Per la durata di questa preghiera, propongo i seguenti criteri:
    • criterio del gusto interiore: farla durare sin quando ci dà gusto, ci coinvolge, ci intriga.
    • criterio quantitativo minimo: non meno di 10 minuti.
    • criterio quantitativo massimo: non più di 60 minuti.
  • Non devi approfondire ogni spunto e domanda della traccia. La raffica di spunti e domande è per aiutarti a trovare il tuo filo conduttore. Soffermati dove ti senti toccato, dove senti coinvolgimento, dove avverti un richiamo. La tua preghiera passa in maniera decisiva dall’attenzione a questi movimenti interiori. Passa ad un altro punto della traccia solo quando hai ben gustato il precedente.
  • Puoi impiegare la traccia con diverse modalità, prestando attenzione al tuo bisogno
    interiore: una sola volta, per più giorni, per una settimana intera.
  • Puoi adoperarla anche insieme ad altri: in tal modo, dopo la fase personale, è poi possibile condividerne i frutti. Alcuni stanno sperimentando la traccia in gruppi.
  • Alla fine della preghiera, prendi qualche appunto scritto (su carta, in un file, ecc.) sull’esperienza spirituale vissuta.
  • Pregando sulla traccia, ti faranno compagnia tante sensazioni in ordine sparso, tipo “Non ci capisco niente!”, “Quante domande…”, “Io sono in cerca di risposte chiare e complete e qui trovo solo domande e tante…”, “La struttura della preghiera è strana”, “Alcuni passaggi risultano macchinosi…”, “Mi restano alcune immagini e non capisco perché”, “Sono affiorati diversi ricordi, belli e meno belli: che senso ha?”
  • Non solo: ti potrà capitare di ritornare in maniera spontanea sulla traccia mentre sei impegnato nelle tue corse o di essere raggiunto ancora da essa.
Sai come si chiama tutto questo?
Preghiera.
La tua.
Sì, starai pregando.
Continua.
Testo del Vangelo…
Dal Vangelo secondo Luca (10,1-12.17-20)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

*Foto designed by Freepik

Il video sarà disponibile a partire dalle ore 5.00 di sabato 5 luglio 2025


Preghiera preliminare

Chiedere a Dio nostro Signore la grazia che per la durata della preghiera tutte le mie intenzioni, il mio agire e la mia dimensione interiore non si disperdano in mille distrazioni, ma siano dedicate solo all’incontro con Lui: è possibile ed è bello.

Primo passaggio introduttivo

Consiste nel comporre il tema della preghiera. Qui sarà l’essere da solo.

Secondo passaggio introduttivo

Consiste nel domandare al Signore quello che voglio e desidero. Qui, in particolare, gli chiedo di riconoscere quelle situazioni in cui non si può restare da soli.

Primo punto

Gesù è ormai determinato a portare a compimento il suo progetto di vita. Decide di inviare i suoi discepoli davanti a sé, in ogni città e luogo dove sta per recarsi. Il suo annuncio di salvezza parte da questa scelta. Non va da solo né fa affidamento soltanto su di una cerchia ristretta di pochi eletti. Rende partecipi altri. Senza mandarli da soli, ma “a due a due”, come se la missione non potesse essere vissuta nell’isolamento. Non promette che sarà facile: preannuncia che ci saranno lupi, rifiuti, porte chiuse. Ma promette che saranno insieme. E questo cambia tutto.

Mi fermo a contemplare questo dettaglio che illumina la natura profonda della vita cristiana: la missione non è un’impresa eroica individuale, ma un gesto di comunione e di fiducia reciproca. Mi lascio coinvolgere da questo dinamismo dell’essere inviati e dell’andare insieme. Non ci si salva da soli, non si porta la buona notizia in solitaria, non si testimonia il Vangelo senza qualcuno accanto.

Gusto la bellezza dell’essere in “due” cioè in una relazione, che mi apre al dialogo, al confronto, alla compagnia, che mi fa scoprire la ricchezza di poter vedere la realtà anche da un altro punto di vista, diverso dal mio. Il volto dell’altro mi ricorda che non sono il centro, mi aiuta a non perdere la strada, mi rialza quando cado, mi sostiene nelle stanchezze. In questo stile, anche le fatiche diventano condivise e la gioia più autentica.

Chi è stato o chi è per me il compagno di cammino che ha reso possibile portare avanti una missione impegnativa? In quali occasioni ho sperimentato che essere inviati a due a due” è una forza e non un limite? Che cosa significa, per me, vivere la fede nella logica della compagnia, della fraternità, della corresponsabilità?

Secondo punto

Gesù consegna, ai discepoli che sta inviando, un messaggio sorprendente e disarmante: non devono convertire, dimostrare, convincere. Sono chiamati semplicemente ad annunciare che il Regno di Dio è vicino. È già qui, si è fatto prossimo, abita la storia. E si manifesta in gesti semplici: la pace offerta, la condivisione del pane, la cura dei malati, la disponibilità a restare con chi li accoglie. La missione che sta affidando loro è di diventare segni viventi di questa vicinanza.

Gusto, in questa pagina di Vangelo, l’invito forte ad accogliere, con meraviglia, una presenza che precede ogni mio sforzo. Quale stupore! Non sono chiamato a portare Dio dove non ci sarebbe, ma a riconoscerlo ovunque è già all’opera. Il compito che mi viene dato non è di consegnare una verità, ma di rivelare la bellezza di ciò che è nascosto, eppure presente. Il Regno è più vicino proprio lì dove nessuno lo sospetta: nelle periferie, nei silenzi, nelle attese.

Ho mai sentito, in profondità, che Dio mi è vicino? In quali luoghi e relazioni della mia vita riesco a scorgere i segni della sua presenza che già si fa spazio? In che modo il mio stile di vita può diventare un annuncio silenzioso, ma eloquente della presenza di Dio?

Terzo punto

I discepoli, ad un certo punto, tornano dalla missione colmi di entusiasmo: “Gesù anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome!”. Contemplo questa scena: è colma della gioia comprensibile, di chi vede che la parola annunciata produce frutti, che la fatica non è stata vana.

Presto attenzione alle parole di Gesù che orienta questo entusiasmo verso una gioia più profonda, più duratura, che non dipende dai risultati. Li invita a rallegrarsi non per ciò che hanno ottenuto, ma per ciò che sono: i loro nomi sono scritti nei cieli. Il nome, nella Bibbia, è l’identità profonda: sapere che il mio nome è scritto nei cieli significa che la mia vita ha un valore eterno, che sono parte della storia di Dio, anche quando mi sembra di non raggiungere alcun risultato.

Mi apro a questo cambio radicale di prospettiva: la vera gioia non nasce da ciò che si fa, ma dal sapere che si è conosciuti, amati, custoditi. Non dai successi, ma dalla relazione con il Signore. Gusto il potere liberante di questa parola: posso lavorare, amare, annunciare senza l’ansia dei frutti, senza dover dimostrare qualcosa.

Il Vangelo mi affida una missione, ma mi ricorda che ciò che mi definisce non saranno gli esiti di questa missione. Ciò che mi definisce è una relazione, un’appartenenza, uno sguardo d’amore che mi precede.

Su cosa fondo la mia gioia più profonda? In quali momenti ho rischiato di misurare la mia vita solo in base ai risultati? Che cosa cambia nel mio modo di vivere e agire se ricordo che il mio nome è scritto nei cieli, indipendentemente da tutto il resto?

Colloquio

Conversiamo da amico ad amico con il Signore. In particolare, Lo ringrazio perché la relazione con lui non è mai da vivere da soli: in gioco ci sono la vita e la speranza. Concludo con un’Ave Maria.

Cliccando sull’icona è possibile scaricare la traccia di preghiera in formato pdf.
(Istruzioni per la stampa)

Lascia un commento