Traccia di preghiera sul Vangelo della Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria
Quanto lontano può arrivare una ragazza? E se scoprissi che una giovane donna del Medio Oriente è arrivata… il più lontano possibile?
Indicazioni metodologiche
- È una traccia di preghiera sulle letture della domenica, in particolare sul Vangelo, ispirata alla tradizione degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola.
- Presuppone la lettura del Vangelo corrispondente: se omessa, la traccia che segue è priva di senso e si trasformerà in una presa in giro di se stessi.
- È predisposta in maniera tale da cercare di favorire il tuo coinvolgimento, il tuo apporto, il tuo contributo.
- Per la durata di questa preghiera, propongo i seguenti criteri:
- criterio del gusto interiore: farla durare sin quando ci dà gusto, ci coinvolge, ci intriga.
- criterio quantitativo minimo: non meno di 10 minuti.
- criterio quantitativo massimo: non più di 60 minuti.
- Non devi approfondire ogni spunto e domanda della traccia. La raffica di spunti e domande è per aiutarti a trovare il tuo filo conduttore. Soffermati dove ti senti toccato, dove senti coinvolgimento, dove avverti un richiamo. La tua preghiera passa in maniera decisiva dall’attenzione a questi movimenti interiori. Passa ad un altro punto della traccia solo quando hai ben gustato il precedente.
- Puoi impiegare la traccia con diverse modalità, prestando attenzione al tuo bisogno
interiore: una sola volta, per più giorni, per una settimana intera. - Puoi adoperarla anche insieme ad altri: in tal modo, dopo la fase personale, è poi possibile condividerne i frutti. Alcuni stanno sperimentando la traccia in gruppi.
- Alla fine della preghiera, prendi qualche appunto scritto (su carta, in un file, ecc.) sull’esperienza spirituale vissuta.
- Pregando sulla traccia, ti faranno compagnia tante sensazioni in ordine sparso, tipo “Non ci capisco niente!”, “Quante domande…”, “Io sono in cerca di risposte chiare e complete e qui trovo solo domande e tante…”, “La struttura della preghiera è strana”, “Alcuni passaggi risultano macchinosi…”, “Mi restano alcune immagini e non capisco perché”, “Sono affiorati diversi ricordi, belli e meno belli: che senso ha?”
- Non solo: ti potrà capitare di ritornare in maniera spontanea sulla traccia mentre sei impegnato nelle tue corse o di essere raggiunto ancora da essa.
Sai come si chiama tutto questo?
Preghiera.
La tua.
Sì, starai pregando.
Continua.
Testo del Vangelo…
Dal Vangelo secondo Luca (1,39-56)
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
*Foto designed by Freepik
Preghiera preliminare
Chiedere a Dio nostro Signore la grazia che per la durata della preghiera tutte le mie intenzioni, il mio agire e la mia dimensione interiore non si disperdano in mille distrazioni, ma siano dedicate solo all’incontro con Lui: è possibile ed è bello.
Primo passaggio introduttivo
Consiste nel comporre il tema della preghiera. Qui sarà una meta lontana.
Secondo passaggio introduttivo
Consiste nel domandare al Signore quello che voglio e desidero. Qui, in particolare, gli chiedo di esplorare la meta più lontana possibile che un essere umano può raggiungere.
Primo punto
Maria si alza e, in fretta, si mette in cammino. Ha appena ricevuto un annuncio che non comprende del tutto, ma abbastanza per fidarsi e per agire. Parte. Non resta a contemplare l’esperienza straordinaria vissuta, ma cerca il volto concreto di un’altra donna. Il suo sì all’angelo ha già messo in moto ogni cosa.
La vedo camminare per monti e sentieri. Ha il passo deciso di chi, ad un certo punto, dopo un momento di smarrimento, comprende dove andare e ha la fretta contagiosa di chi ha qualcosa da condividere. Mi rendo conto che questa fretta di Maria non è dettata dall’ansia, ma dall’urgenza del bene. È il dinamismo di chi ha accolto un dono e non può tenerselo per sé.
Mentre mi soffermo su questa scena, la rileggo alla luce del dogma dell’Assunzione: quella ragazza del Medio Oriente, con le sue ossa, con la sua voce, con la sua pelle, che si è fatta grembo di Dio, che ha camminato per portare consolazione, che ha servito e abbracciato, viene ora accolta nel grembo eterno del Padre, nella piena comunione con Dio. Non perché è speciale, ma perché si è fidata. Perché ha vissuto, fino in fondo, il suo corpo, le sue relazioni, la sua storia, lasciando che Dio vi passasse dentro.
Nel cammino di Maria vedo anticipato il mio stesso pellegrinaggio: ogni passo compiuto per amore, ogni fretta orientata al dono, ogni gesto incarnato e fedele, non va perduto, ma è raccolto in Dio, per trovare in lui il suo compimento.
Quale annuncio o promessa mi sta mettendo in cammino, in questo tempo? Quando la mia fretta è mossa dall’ansia e quando invece dall’urgenza di fare il bene? Se penso che una giovane donna come Maria è arrivata fino a Dio, cosa dice questo del mio destino?
Secondo punto
Maria entra in casa della cugina, saluta e qualcosa accade. Nessun miracolo, nessuna apparizione. Solo la voce di una ragazza che saluta un’anziana parente. Eppure, in quel saluto, qualcosa vibra: il bambino, di cui l’anziana è in attesa, sussulta, lo Spirito avvolge, Elisabetta benedice.
Immagino l’incontro tra queste due donne. Mi rendo conto che in realtà è molto di più: è un incontro tra promesse, tra attese che si riconoscono, tra due vite che si specchiano in Dio. In Maria, non c’è nulla di magico. Tutto è pieno di Spirito: la sua vicinanza accende la vita, fa vibrare ciò che è nascosto.
Nel volto di Maria contemplo il volto vero della donna assunta in cielo: non un’icona distante, ma una presenza che fa bene, che porta lo Spirito senza bisogno di parole, che contagia di fede senza imporla. Il dogma dell’Assunzione mi dice che questa capacità di generare vita nello spirito è custodita per sempre. Che una creatura umana, fragile e piena di coraggio, non è stata dimenticata dal cielo, ma ne è divenuta parte.
Quali incontri mi hanno fatto “sussultare” interiormente, percependo un bene inatteso? Cosa accade quando condivido con qualcuno la gioia di ciò che Dio sta facendo in me? Come vivo la consapevolezza che ciò che porto dentro, se condiviso, può diventare eterno?
Terzo punto
Maria, dopo il saluto e la benedizione di Elisabetta, canta. È il canto di chi vede Dio all’opera nel rovesciare le sorti, nel mettere al centro chi è piccolo, nel ricordarsi delle promesse dimenticate. Non è una ninna nanna. È un canto di riscatto.
Ascolto Maria, cantare a voce alta ciò che tanti fanno fatica a sussurrare: Dio si ricorda dei piccoli. Dio non si dimentica degli affamati. Dio rovescia i potenti e innalza i poveri. Il canto di Maria raccoglie le grida degli ultimi e le trasforma in un inno di speranza di una promessa che è già compimento.
Mi fermo a contemplare come, nel mistero dell’Assunzione, questo canto è già una realtà: Dio ha davvero innalzato l’umile, rendendo eterna la memoria di una serva che ha custodito la Parola e l’ha donata al mondo. L’Assunta è il canto del Vangelo che non si spegne, che attraversa la storia e raggiunge anche me, chiamato a cantare con lei, nel qui e ora della mia esistenza.
Maria canta la vita come destino di pienezza. Il suo corpo – di donna, di madre, di viandante – non è disperso nel nulla, ma raccolto nell’eternità. È questo che, oggi, celebriamo: una donna, nella pienezza della sua umanità, è già dove anche noi siamo attesi.
Quali parole del Magnificat, oggi, sento più mie? In cosa mi riconosco piccolo o affamato e quindi già raggiunto da Dio? Quale “canto” di gratitudine o di giustizia potrei alzare, oggi, con la mia vita?
Colloquio
Conversare da amico ad amico con il Signore. In particolare, Lo ringrazio perché mi fa scoprire, nel paradosso di Maria, che una donna è riuscita ad andare più lontana di tutti, nelle braccia di Dio, lì dove siamo attesi anche noi. Concludo con un’Ave Maria.
Cliccando sull’icona è possibile scaricare la traccia di preghiera in formato pdf.
(Istruzioni per la stampa)
Carissimi, in questa Solennità Maria ci dà prova della Sua grandezza che deriva dal Suo essersi fidata di Dio nel momento dell’Annunciazione. Il Suo essere umile di fronte a Dio e disponibile alla Sua volontà ha fatto si che Dio l’abbia innalzata nella Sua gloria portandola con sé nella Patria Celeste.
Chi di noi oggi sarebbe stato così aperto alla volontà del Padre?
I santi ci hanno dato, e continuano a darci esempio della loro grande apertura alla volontà del Padre perché hanno fatto della loro vita un dono esplicito per il Signore.
Oggi allora dobbiamo pregare per questo: il Signore ci aiuti a prendere esempio di Maria che ha dato il suo si al Signore offrendo la Sua vita al progetto di Dio. Il Signore ha su ciascuno di noi un grande progetto, sta a noi aprirci alla Sua volontà perché questo progetto possa realizzarsi.
Chiediamo l’aiuto di Maria, che accompagni la nostra vita per farne un dono al Signore.
Il Signore sa leggere nei nostri cuori e sa di cosa ciascuno di noi ha bisogno.
Un abbraccio affettuoso
Giovanni